Una stanza tutta per me, e due ricette per la prima settimana di febbraio
Questa mia lettera è un po' più personale del solito, mi perdonerete. Dedicata al recupero dell'equilibrio tra corpo e mente, e a due ingredienti antichi e speciali: il cardo gobbo e il tarassaco.

1° febbraio. Mentre lo scrivo mi prende un attimo di sconforto (sì, certo, succede anche a me). La lista delle cose che avrei voluto fare a gennaio è ancora lì, per buona parte pendente. Ma gennaio se n’è andato ieri sera, salutandomi frettolosamente, mentre stavo leggendo nel letto le ultime pagine di I beati anni del castigo (Fleur Jaeggy non è una lettura semplice, ma è meravigliosa). Ho alzato lo sguardo dalle pagine e la mezzanotte era andata. Via, archiviato gennaio, il mio mese preferito perchè quando inizia mi stende davanti un anno intero e mi sembra di aver tempo di fare chissà cosa. Avevo fatto progetti precisi (spesso si rivela frustrante, sì) e prima di addormentarmi ho convenuto con me stessa che sia il caso di scalare una marcia, almeno intenzionalmente.
L’unica cosa che ho portato a termine in anticipo sulla scadenza del 31 gennaio è stato finire il panettone che era avanzato, insieme alla cioccolata fondente al sale di Volterra che mi ha regalato Edra a Natale. In questo sono stata metodica.
Nel mentre, non ho ancora iniziato il corso di pilates (non ho scuse, lo so) e sono indietro di due capitoli sulla stesura del libro. Mi sento piuttosto scarsa quanto a energia vitale, ma in realtà, alterno momenti di estrema produttività (professionale) ad altri di grande stanchezza (personale). Urge un rimedio e – per fortuna – so come fare.